10 Feb Intervista a David Lazzari, Presidente ordine psicologi dell’Umbria su Psiconline
Pubblichiamo l’intervista all’attuale Presidente dell’Ordine Psicologi Umbria, David Lazzari. Psiconline ha deciso di esplorare l’universo degli Ordini regionali degli Psicologi intervistando i Presidenti attualmente in carica e chiedendo loro informazioni e notizie sulla loro idea di sviluppo della psicologia.
10 FEB 2018
Psiconline ha deciso di effettuare un viaggio esplorativo nel complesso universo degli Ordini regionali degli Psicologi intervistando i Presidenti attualmente in carica e chiedendo loro informazioni e notizie che possano far comprendere ai nostri lettori ed in particolare alla comunità professionale tutta, quali le attività intraprese e quali quelle in cantiere per consentire una sempre migliore diffusione e una sempre migliore tutela della nostra professione.
A tutti i Presidenti degli Ordini regionali è stata inviata una email (identica per tutti) con la nostra intervista e pazientemente ci siamo posti in attesa delle risposte che, dopo qualche tempo certamente giustificato dagli innumerevoli impegni che ogni nostro rappresentante svolge quotidianamente, iniziano ad arrivare.
Il primo dei Presidenti che ha inviato la sua risposta è stato David Lazzari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Umbria, e noi molto volentieri la pubblichiamo integralmente.
David Lazzari, come risulta dal sito del CNOP, è Specialista in Psicosomatica ed in Psicologia della Salute. Responsabile Servizio Psicologia Azienda Ospedaliera Terni. Docente a c. nelle Università di Perugia, L’Aquila e Torino. Past President Società Italiana PsicoNeuroEndocrinoImmunologia. Membro Health Division APA.
Ha pubblicato circa 90 articoli scientifici e diversi volumi tra cui: “Mente & Salute”, “La Bilancia dello Stress”, “Psicologia sanitaria e malattia cronica”, “Psicoterapia: effetti integrati, efficacia, costi-benefici”, “Bilancia il tuo stress”. Presidente Ordine Psicologi Umbria dal dicembre 2013 e dal 2016 membro dell’Esecutivo Nazionale dell’Ordine.
Buongiorno Presidente e grazie per la sua disponibilità a confrontarsi con noi nell’interesse della psicologia. Da quanto tempo è alla guida dell’Ordine degli Psicologi della Regione Umbria?
Sono stato eletto alla fine del 2013 ed è la prima esperienza che faccio da presidente di un Ordine. Nella vita mi sono trovato a guidare diverse realtà (servizi pubblici, società scientifiche, sindacato, associazioni di volontariato) ma ogni situazione ha le sue specificità e ho dovuto imparare molte cose.
Cosa è stato realizzato dall’Ordine da lei guidato in questi anni a vantaggio della professione di psicologo?
Fare l’elenco è lungo e forse sarebbe noioso. Posso dire gli obiettivi centrali del nostro lavoro: dare visibilità ed autorevolezza all’immagine della professione, accreditarla in nuovi campi di attività, creare un clima costruttivo e di colleganza al nostro interno, fornire formazione di qualità.
Pensa che ci sia ancora molto da fare per trasformare gli psicologi da singoli professionisti in un gruppo coeso e funzionale alla promozione della psicologia e del benessere psicologico?
Il nostro slogan è “una Comunità professionale al servizio della Comunità regionale” che ritengo eloquente. Io ho voluto l’”impegno solenne” dello Psicologo, in nostro giuramento, siamo stati il primo Ordine ad istituirlo per dare un senso simbolico forte all’ingresso nella Comunità professionale.Ritengo che ci dobbiamo pensare appunto come una “Comunità” di professionisti, in grado di fare squadra su obiettivi condivisi e di gestire i conflitti in modo serio e costruttivo.E’ paradossale che ci poniamo come costruttori di benessere e poi magari creiamo un clima malsano al nostro interno. Certamente è più facile costruire la propria carriera soffiando sul fuoco dei problemi anziché collaborare a trovare le soluzioni, ma danneggia la categoria.Quando si ha un rapporto psicologi/abitanti che non ha pari nel mondo è fin troppo facile far leva sullo scontento, ma proprio per questo invece ci serve un governo forte ed autorevole della Professione.
Quali progetti ha per il futuro prossimo per far crescere e per tutelare la professione di psicologo?
Dobbiamo mostrare a tutti la nostra serietà, affidabilità e capacità di risolvere i problemi. Che lo Psicologo è una risorsa e la società può affidargli compiti e risorse. Questo vuol dire mettersi nelle condizioni di fare proposte credibili per dare maggiore spazio alla professione nei diversi comparti.Che gli aspetti che noi definiremmo psicologici (soggettività, comportamenti, relazioni, emozioni, comunicazione, ecc.) abbiano un gran ruolo nella nostra società complessa è ormai sotto gli occhi di tutti, ma non è affatto chiaro e scontato che sono gli Psicologi gli esperti più qualificati ad occuparsene. E questo dobbiamo renderlo evidente. Anche rilanciando il ruolo e le funzioni dello Psicologo tout court (ad esempio nella prevenzione e nel counseling) oltre che dello psicoterapeuta.Come membro dell’esecutivo nazionale dell’Ordine ho lavorato all’aggiornamento del programma che è stato presentato al Consiglio Nazionale il 27 gennaio e che si è reso necessario per il riconoscimento di professione sanitaria e per l’allineamento delle scadenze elettorali ordinistiche. E’ una sintesi forte e chiara delle necessità, degli obiettivi e dei percorsi che invito tutti a leggere mandare suggerimenti (è nel sito del CNOP).Il CNOP proporrà di fare rete con tutti coloro che hanno voce in capitolo (università, sindacato, società scientifiche, ente previdenza) perché serve uno sforzo comune se vogliamo affrontare le questioni più grandi.
La psicologia sta passando definitivamente fra le professioni sanitarie. Cosa ne pensa? È un vantaggio? È uno svantaggio?
Oggi vi è in Europa una forte spinta alla deregulation nelle professioni. Questo in astratto può essere giusto ma per le attività che si occupano di salute è prevista una deroga in considerazione del ruolo delicato che svolgono. I cittadini devono avere garanzie, sapere a chi affidano la loro salute.Il riconoscimento di professione sanitaria ha questo alto valore, la Psicologia non è fatta di chiacchiere ma di cose che incidono realmente su benessere e salute. Ovviamente gli Psicologi lo fanno con i loro strumenti e specificità e non tutti si occupano direttamente di salute ma questo vale per tutte le professioni.Questo riconoscimento apre la strada al passaggio da una Psicologia vista come un fatto privato per chi la vuole o può pagarla ad una Psicologia che deve diventare risorsa pubblica e disponibile per tutti coloro che ne hanno bisogno, insomma da “scelta privata” a “risorsa pubblica”.Il cittadino deve poter trovare lo Psicologo e lo Psicoterapeuta nel pubblico o nel privato convenzionato senza dover rinunciare se non può permetterselo, deve trovarlo laddove serve, dal Medico di famiglia sino alla scuola. Una rete psicologica articolata e diffusa.I LEA hanno aperto la strada ad una assistenza psicologica per tutti ma gli ostacoli da superare sono molti, anche di natura economica e dovremo lavorare molto ma la strada è aperta.
Con il passaggio fra le professioni sanitarie emergerà per tutti gli psicologi l’obbligo della Formazione continua. Cosa ne pensa? Può essere un momento di crescita della categoria oppure è un obolo ulteriore da pagare al sistema?
Non dobbiamo negare la realtà: la formazione continua è un obbligo di tutte le professioni. Sinora l’incertezza sulla nostra collocazione ha di fatto sospeso per molti colleghi questo obbligo ma è previsto da anni.Con l’approvazione della Legge Lorenzin saremmo passati tutti all’ECM ma, con grande tempestività a livello nazionale abbiamo varato la proposta per l’Educazione Continua in Psicologia (ECP) che ora è sul tavolo del Ministero della Salute. E’ quindi probabile che noi avremo un sistema misto, ECM ed ECP, che consentirà di garantire tutti e di valorizzare e salvaguardare le specificità della professione.
Cosa pensa dello sviluppo della psicologia online? Può essere una nuova opportunità di lavoro oppure crea solo confusione?
Ritengo che il mondo della rete sia ormai una realtà con la quale fare i conti, non si può fermare questa evoluzione è nelle cose. Tuttavia è chiaro che servono regole chiare, che devono seguire l’evoluzione dei processi che sono in continuo cambiamento. In Umbria abbiamo fatto delle iniziative su questo e diffuso le ottime Linee Guida fatte dal CNOP in proposito.
Secondo il suo parere, in quali campi nuovi la psicologia dovrebbe trovare i suoi spazi di ampliamento?
Io credo che la Psicologia abbia molte chiavi per decodificare la nostra realtà complessa. Nella quale il singolo si trova a dover gestire situazioni e prendere decisioni che una volta venivano definite a livello collettivo.
La vita richiede abilità e competenze nuove e la Psicologia può fornirle, soprattutto potenziando risorse e ridefinendo equilibri. Vedo la Psicologia come un fertilizzante naturale per le piante, se ben dosato può riparare, far germogliare e crescere in modo più rigoglioso. In ogni contesto ci può essere buona Psicologia.Ad esempio il 2 febbraio abbiamo fatto a Perugia il primo convegno italiano sugli studi sui processi decisionali che hanno portato al Nobel Kahneman e Thaler, secondo me ci sono grandi prospettive applicative e voglio lavorarci. Ma penso anche alle malattie croniche (che colpiscono un terzo degli italiani), al sostegno alla genitorialità e allo sviluppo dei minori, al mondo dello sport.I temi sono molti, ma la prima cosa è fare opera di informazione e formazione mirata ai Colleghi.
Vuole aggiungere qualcosa a quanto abbiamo già detto?
Vorrei solo dire che ogni azione di sviluppo rischia di vanificarsi se non troviamo il modo di programmare gli accessi all’università e di rendere i corsi di laurea più concreti e professionalizzanti, superando il 3+2. L’aumento indiscriminato della lauree, a prescindere dalle possibilità di lavoro, crea infatti svalutazione del titolo: è una legge basilare del mercato. E trovo non etico far studiare una persona per cinque o dieci anni per poi dirgli: “arrangiati, hai scelto tu un campo inflazionato”.
Abbiamo il paradosso che la nostra fetta di mercato è cresciuta più di ogni altra professione ma in media gli Psicologi sono i professionisti italiani con il reddito più basso, perché sono in tanti a dividere.Non facciamo demagogia: non illudiamo le persone che lo sviluppo di nuovi servizi o aree sistemerà le cose, perché se in Italia ho il triplo degli Psicologi degli altri Paesi europei non posso creare il triplo dei posti di lavoro neanche se avessimo l’economia della Svezia.E’ ora che la categoria affronti il tema in modo serio e responsabile, l’Ordine ci proverà ma da solo non basta. E questo è il momento perché il riconoscimento di professione sanitaria finalmente lo consente.
Chiudiamo qui la nostra intervista con David Lazzari, Presidente Ordine Psicologi Umbria e lo ringraziamo per la sua disponibilità e per la cortesia che ha voluto riservarci. Psiconline ne è veramente lieta.Ai nostri lettori diamo appuntamento con le interviste che eventualmente i Presidenti degli Ordini regionali degli psicologi vorranno inviarci in risposta alla nostra richiesta. A tutti un augurio di buon lavoro nell’interesse della Psicologia e degli Psicologi.
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